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UN METODO PER LA
DIAGNOSI MUSCOLOSCHELETRICA
Un metodo per migliorare
la diagnosi muscoloscheletrica
Il problema sociale
Il problema della prevenzione e della diagnosi dei dolori, delle artrosi, delle ernie e delle neuropatie periferiche rappresenta una delle prime cause degli interventi chirurgici ortopedici, delle applicazioni di protesi articolari, delle invalidità fisiche e della perdita di mobilità della popolazione (1).
La mancanza di un adeguato servizio sanitario dedicato alla prevenzione e alla diagnosi di queste malattie è un problema estremamente sentito dalla società, in quanto rappresenta la prima causa dell'erogazione di esami diagnostici in ritardo, inappropriati o non necessari, e questo provoca, a cascata, l'eccessivo consumo di farmaci antidolorifici da parte della popolazione, i sovraccarichi di lavoro del personale sanitario e le lunghe liste di attesa dei sistemi sanitari e, ovviamente, si traduce nella somministrazione alla popolazione di cure farmacologiche, fisiche e chirurgiche in ritardo, errate, o inutili (2).
Il problema della prevenzione e della diagnosi dei dolori e delle malattie muscoloscheletriche è così sentito dai sistemi sanitari pubblici che essi dedicano ingenti risorse economiche per fornire un servizio in grado di soddisfare le esigenze della popolazione per ritrovarsi, comunque, a dover convivere con un sentimento diffuso di insoddisfazione e di sfiducia e con le critiche dei mezzi di informazione (3).
Il problema medico
Molto spesso, per comprendere veramente l'origine di un dolore occorrerebbe analizzare un numero elevato di strutture anatomiche del corpo e questo è un compito molto difficile da eseguire, in quanto richiederebbe l'elaborazione di una grande quantità di informazioni eterogenee e multidisciplinari che si tradurrebbero in dei tempi di esame molto lunghi e nella necessità di avere la contemporanea presenza di numerosi medici di differenti specialità, due requisiti questi che comporterebbero degli sforzi organizzativi e dei costi economici che sarebbero assolutamente insostenibili per i pazienti e per i professionisti sanitari, ma anche per le strutture sanitarie e per i sistemi sanitari nazionali (4).
Pertanto, la diagnosi dei dolori e delle malattie muscoloscheletriche eseguita dai sistemi sanitari è una sorta di compromesso tra ciò che sarebbe necessario fare e ciò che si può ragionevolmente fare (3).
È un fatto noto, infatti, che il più grande ostacolo alla prevenzione e alla diagnosi dei dolori e delle malattie muscoloscheletriche è rappresentato dalle loro numerosissime e possibili origini. Un dolore può originare da molte e diverse patologie muscoloscheletriche e la causa di essi potrebbe essere nelle articolazioni, nei nervi, nei muscoli, nelle vene e nelle arterie (5).
Tutte queste origini hanno dato il nome a numerose ed eterogenee malattie, come ad esempio sindrome miofasciale, trigger point, artrosi, artriti, ernie, neuropatie periferiche, vasculopatie periferiche, eccetera (6).
A loro volta, tutte queste diverse e possibili malattie hanno dato forma a differenti specialità mediche, come ad esempio i medici fisiatri, ortopedici, neurologi, neurochirurghi, angiologi, chirurghi vascolari, reumatologi, medici dello sport, radiologi e ad altrettante professioni sanitarie e della salute, come ad esempio fisioterapisti, osteopati, chinesiologi, posturologi, massoterapisti, eccetera (7).
E a questa situazione già molto complessa si aggiunge un altro elemento di non poco conto da tenere in considerazione: il fatto che un dolore che il paziente avverte a livello muscoloscheletrico potrebbe, invece, essere provocato da una malattia degli organi interni del corpo. In questi casi, che sono anche piuttosto frequenti, nessuna delle figure mediche o delle professioni sanitarie e della salute menzionate in precedenza, eccetto una che descriveremo a breve, è la figura giusta per individuare e per curare questa causa (8).
Conclusione
La conclusione è che, ad oggi, i pazienti che necessitano di una prevenzione o di una diagnosi che individui il loro problema di dolore e la presenza di eventuali malattie muscoloscheletriche non ricevono le risposte appropriate ai loro problemi di salute e, di fatto, possono attendere molti anni prima di ottenere la diagnosi e la cura adeguate, o possono non riceverle mai, e sono costretti a spendere molti soldi in visite mediche di svariati specialisti e a subire le conseguenze negative sulla loro salute causate dai dolori, dalle ernie, dalle artrosi e dalle neuropatie curati in ritardo, curati male o non curati, conseguenze che possono essere anche molto serie, come la convivenza con dei dolori cronici fortemente invalidanti e la necessità di assumere numerosi farmaci antidolorifici e di sottoporsi a degli interventi chirurgici, all’innesto di protesi o a dei lunghi periodi di riabilitazione, fino a rischiare di sviluppare malattie ancora più serie e di perdere parzialmente o totalmente le capacità di movimento e l'autonomia (9).
Un esempio pratico: i trigger point
Per aiutare a comprendere meglio quanto finora esposto e la portata del problema della diagnosi dei dolori e delle malattie muscoloscheletriche procederemo con un esempio: la diagnosi dei dolori da trigger point (10).
Forse non è molto noto alle persone comuni, ma molti dolori muscolari sono causati da noduli o da masse che si formano all'interno dei muscoli e che in termine tecnico sono chiamati “trigger point” (11).
I trigger point sono dei veri e propri “nodi", a volte dolorosi e a volte no, che sono molto spesso palpabili dai professionisti della salute che si occupano di questo tipo di diagnosi e di terapia antalgica, principalmente massoterapisti, osteopati, fisioterapisti e fisiatri (12).
I trigger point sono un problema di non poco conto nella diagnosi medica e questo perché essi possono essere “attivi", vale a dire dolorosi alla palpazione, oppure “latenti”, cioè non dolorosi alla palpazione, sono suddivisi in “primari” e “secondari” e possono procurare dolore nella sede dove si sono formati oppure a distanze molto grandi rispetto a dove si trovano (13).
Inoltre, cosa non meno importante, i trigger point possono essere confusi e scambiati con dei sintomi, dei disturbi e delle malattie anche molto gravi e pericolose, come tumori, malattie cardiache, malattie vascolari, malattie neurologiche, malattie muscoloscheletriche, infezioni ed infiammazioni, solo per citarne alcune (14).
La diagnosi dei dolori muscolari causati dai trigger point è un'operazione estremamente complessa, lunga e laboriosa. La prima difficoltà risiede nel fatto che i muscoli del corpo sono molto numerosi e, poiché i trigger point possono formarsi contemporaneamente in molte sedi muscolari, possono essere attivi o indolenti, possono essere di tipo primario o secondario e possono produrre dolori localizzati o irradiati in altre parti del corpo, diventa estremamente difficile individuarli, in quanto l'esame richiede ai professionisti della salute la somministrazione ai loro pazienti di numerose domande, anche molto eterogenee (11).
La seconda difficoltà è data dal fatto che è molto difficile, per non dire impossibile, per i professionisti della salute conoscere e ricordare tutte le potenziali sedi muscolari di trigger point che causano dolori localizzati e dolori irradiati ed essi, infatti, sono costretti a consultare delle foto, delle tabelle o dei libri che forniscono ad essi delle possibili diagnosi e li indirizzano verso delle possibili sedi muscolari (15).
Questo procedimento rende l'esame particolarmente scomodo e laborioso da eseguire e li obbliga, inevitabilmente, ad una semplificazione forzata delle diagnosi e delle terapie che possono offrire ai pazienti (12).
La terza difficoltà deriva dal fatto che i trigger point sono piuttosto difficili da individuare, perchè i muscoli sono moltissimi, hanno degli andamenti irregolari e sono molto spesso sovrapposti ed intrecciati gli uni con gli altri. Non a caso, solo i professionisti esperti sono in grado di localizzarli tramite la palpazione (12).
Tuttavia, anche i professionisti più esperti hanno grandi difficoltà ad individuare i trigger point che sono localizzati nei muscoli profondi o che sono situati vicino a dei muscoli che sono sovrapposti gli uni con gli altri (15).
La quarta difficoltà è rappresentata dal fatto che i trigger point possono facilmente essere scambiati per delle malattie molto serie e viceversa e questo problema, che tecnicamente si chiama di “diagnosi differenziale”, crea molte difficoltà ai professionisti della salute nella formulazione delle diagnosi e nella somministrazione delle terapie (16).
Risulta dunque evidente come e quanto la diagnosi dei dolori causati dai trigger point sia molto difficile da eseguire e richieda un enorme dispendio di tempo da parte dei professionisti della salute, un dispendio che, a sua volta, rende questo tipo di diagnosi poco diffusa (15).
Questo è un vero peccato, in quanto, poiché molto spesso la causa dei dolori muscoloscheletrici delle persone sono i trigger point, la mancanza di un valido esame dedicato a questo tipo di problema medico vuol dire che innumerevoli persone ogni giorno sono indirizzati o si rivolgono direttamente a medici specialisti e a professionisti della salute sbagliati, si sottopongono a numerosi esami diagnostici e trattamenti terapeutici inutili, inappropriati o dannosi e non ricevono, invece, le cure che sarebbero adeguate per i loro problemi (8).
In conclusione, questo esempio della diagnosi dei dolori provocati dai trigger point può benissimo farci capire quanto la diagnosi e la cura dei dolori e delle malattie muscoloscheletriche sia complessa e quanto, al tempo stesso, sia un enorme problema per i sistemi sanitari e per la vita di milioni di persone.
La necessità di una medicina multispecialistica
Gli enormi problemi diagnostici che i dolori e le malattie muscoloscheletriche presentano, le innumerevoli malattie che li causano e le numerose professioni specialistiche coinvolte nella loro diagnosi e nelle loro cure richiedono la presenza di un'organizzazione molto complessa, nella quale le competenze di tutte le professioni coinvolte sono disponibili, comprensibili e valorizzate per tutti e sono al servizio delle loro esigenze e dei pazienti finali (17).
Questo permette di eseguire delle diagnosi più veloci, più efficienti e più efficaci ed evita al sistema sanitario, ai professionisti della salute e, soprattutto, ai pazienti, un enorme spreco di risorse economiche, mediche, scientifiche ed emotive (18).
Medici fisiatri, ortopedici, neurologi, neurochirurghi, angiologi, chirurghi vascolari, reumatologi, medici dello sport, radiologi e professionisti fisioterapisti, osteopati, chinesiologi, posturologi, massoterapisti, devono poter lavorare insieme come una vera e propria squadra, perché gli obiettivi e le difficoltà sono comuni (19).
Ad oggi, tutto ciò non solo non esiste ma è molto lontano dal realizzarsi e, pertanto, assistiamo ad un enorme spreco di conoscenze mediche e di informazioni cliniche che sarebbe sufficiente raccogliere e mettere a disposizione degli altri e che, invece, vanno irrimediabilmente perdute (20).
L' eccezione del medico radiologo
Come anticipato in precedenza, esiste una figura che, potenzialmente, potrebbe essere di grande aiuto per la diagnosi di tutte le possibili cause dei dolori: il medico radiologo. Il medico specialista in radiologia, infatti, è praticamente l'unica figura sanitaria che possiede, la tecnologia, le competenze e l'autorevolezza per valutare sia i sistemi muscoloscheletrico, vascolare e neurologico, che sono all'origine dei dolori causati dalle malattie muscoloscheletriche, che gli organi interni del corpo umano, che sono all'origine dei dolori causati dalle malattie degli organi interni (21).
In pratica, il medico radiologo non può comprendere le cause dei dolori, ma certamente può aiutare i medici e i professionisti della salute a comprendere le cause di tutti i dolori come nessun'altra figura medica o sanitaria può fare (21).
Attualmente, questo avviene solo in parte, in quanto i medici radiologi, pur essendo continuamente coinvolti in quasi tutte le diagnosi di dolore in generale, producono dei referti medici che sono espressi nel linguaggio radiologico e fanno uso della terminologia caratteristica della loro specializzazione e del loro ambito di competenze e non tengono conto delle necessità e delle esigenze degli altri professionisti della salute (22).
Infatti, per essere maggiormente di aiuto agli altri medici e ai professionisti della salute, i medici radiologi devono essere in grado di comprendere come questi professionisti ragionano e operano nella loro realtà quotidiana. Devono, in sostanza, avere delle competenze interdisciplinari per comprendere le loro esigenze e i loro bisogni, devono possedere un metodo e una tecnica in grado di trasformare queste competenze multidisciplinari in informazioni di radiologia e devono essere dotati di una tecnologia che permetta di realizzare tutto questo (23).
Tuttavia, come nel caso della medicina multispecialistica esposto in precedenza, ad oggi, tutto ciò non solo non esiste ma è molto lontano dal realizzarsi e, pertanto, assistiamo ad un enorme spreco di conoscenze mediche e di informazioni cliniche che esistono già nella radiologia, che sarebbe sufficiente raccogliere e mettere a disposizione degli altri e che, invece, vanno perdute con incommensurabili danni per tutti (24).
Il nostro metodo e la nostra tecnica
Il miglioramento da noi apportato alla diagnostica antalgica e muscoloscheletrica è nella diagnosi differenziale, vale a dire nella capacità di individuare le possibili cause dei dolori, di localizzare le loro possibili aree di origine, di indirizzare all'esame palpatorio, obiettivo e radiologico, di indicare le terapie più appropriate e di controllare i risultati delle cure nel tempo e permette di ridurre considerevolmente le visite mediche, gli esami diagnostici, le terapie e gli interventi chirurgici inappropriati, inutili o dannosi tramite l'applicazione di un rigoroso iter diagnostico-terapeutico.
1. Tramite un'anamnesi appositamente realizzata per i dolori e per le patologie muscoloscheletriche si analizzano tutti le possibili strutture anatomiche coinvolte nelle manifestazioni di dolore, dei sintomi e dei segni clinici.
2. Si procede con un esame posturale per valutare la presenza di possibili patologie evidenziabili dalla posturografia.
3. Si procede, nel caso di sospetta presenza in concomitanza di patologie non prettamente muscoloscheletriche alla diagnosi differenziale delle patologie osteoarticolari, delle neuropatie periferiche, delle vasculopatie periferiche e delle patologie viscerali.
4. Si procede con l'indirizzamento verso eventuali esami ecografici, radiografici o di risonanza magnetica, al fine di accertare o di escludere la presenza di patologie muscolari, osteoarticolari, neurologiche, vascolari o viscerali, si indicano le aree anatomiche da valutare, si forniscono le istruzioni ecografiche per raggiungerle e si guidano i medici durante la diagnosi e la stesura del referto conclusivo.
5. Si procede con l'individuazione delle principali sedi muscoloscheletriche che sono causa di dolore o sono affette da patologie e con la loro localizzazione precisa e poi si forniscono le indicazioni per i trattamenti fisici e per le terapie infiltrative, farmacologiche, fisiche, riabilitative, ortesiche e chirurgiche.
6. Si procede al controllo nel tempo dei risultati dei trattamenti e delle cure in modo da correggere, migliorare o confermare i paini terapeutici.
La nostra tecnologia dedicata ad essa
Per questo in SEMIOSICA abbiamo costruito un'applicazione che aiuta i massoterapisti, gli osteopati, i fisioterapisti, i medici fisiatri e radiologi ad individuare i dolori causati dai trigger point e curarli in modo più efficace, più preciso e più affidabile.
Si tratta di un'applicazione che consente di eseguire un nuovo tipo di esame diagnostico, effettuato mediante un'anamnesi, un'analisi posturale e, eventualmente, un'ecografia, che migliora di molto la capacità di individuare i dolori causati dai trigger point e di differenziarli dai dolori che sono provocati da altre malattie ed è anche in grado di controllare la loro scomparsa in modo molto più rapido, preciso, affidabile e replicabile rispetto a quanto è stato possibile fare finora.
Questo è fondamentale per curare prima e meglio le persone e, cosa altrettanto importante, per non sottoporle a degli esami diagnostici inutili e a delle terapie inappropriate o dannose.
Ma, soprattutto, la nostra applicazione permetterà alle persone che soffrono del problema di dolore da trigger point di accedere a un esame diagnostico che le aiuterà a proteggere meglio la loro salute e la qualità della loro vita.
Autore: Alessandro Baglione (*), (**).
Revisore: Valentina Citton (***), (****).
* Ingegnere della conoscenza. www.linkedin.com/in/alessandro-baglione.
** Fondatore e amministratore di SEMIOSICA. www.semiosica.com/alessandro-baglione.
*** Medico specialista in radiologia. www.linkedin.com/in/valentina-citton.
**** Direttore sanitario di SEMIOSICA. www.semiosica.com/valentina-citton.
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